VOLA, MAMMA SAMANTHA

Chissà quanta gente in questo momento starà pensando che Samantha Cristoforetti non dovrebbe ricoprire il ruolo di comandante della ISS che le è appena stato affidato. E non tanto perchè donna ma perchè mamma.

Chissà in quanti avranno detto anche a lei che quando una donna ha dei figli certi lavori non può farli, o che “bisogna fare delle scelte”. Chissà se anche a lei capita di ricevere sguardi di disapprovazione ogni volta che si assenta da casa per lavorare. Magari per giorni. Chissà se anche a lei domanderanno “E il bambino dove l’hai lasciato?” ogni volta che si presenta alla Nasa, come chiedono a me puntualmente. Anche se i miei figli non sono più dei neonati da un pezzo.
Nessuno si sognerebbe mai di chiederlo a un padre, no? Nemmeno se suo figlio fosse nato da 2 giorni.

Io non so voi, mamme lavoratrici, ma a me continuano a chiederlo. Persone vicine e lontane. Insospettabili.
E continuano a far pesare più o meno velatamente il fatto che lavoro. Come a voler insinuare che in fondo il mio lavoro è un po’ un capriccio e che in fondo esagero, che dovrei lavorare un po’ meno. Come se fosse una scelta. O come se non potesse anche essere un mio diritto. Un mio desiderio.

Chissà se anche Samantha ha dovuto spiegare che i figli crescono meglio non quando la loro mamma non lavora, non quando la loro mamma ha tanto tempo libero per giocare con loro, e nemmeno quando la loro mamma è sempre a casa o va a prenderli a scuola tutti i i giorni, ma piuttosto quando la loro mamma è felice. Qualsiasi cosa sia a renderla felice.
Si, anche il lavoro.
Si, anche tanto lavoro. Anche volare nello spazio.
Chissà.
Qualunque cosa dicano, Samantha, fregatene e fallo per tutte noi.
Vola alto. Perchè le nostre figlie, anche guardando te, possano non dover mai più sentirsi fare certe domande idiote. Perchè le nostre figlie possano sognare liberamente di essere qualsiasi cosa.
E poi, se lo desiderano, anche mamme.

(foto tratta dal film”Astrosamantha. La donna dei record nello spazio”)

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