LA MIA TANA

E finalmente l’ho ritrovata, la mia tana. Quella che avevo abbandonato quando ero a casa di mamma e papà, dove ho trascorso i pomeriggi a studiare e leggere e scrivere. Allora l’avevo ricavata al di sotto di un letto a castello. Un angolo in cui chiudersi al mondo per aprirsi ad un altro mondo, quello dei libri, dei sogni, dei pensieri, delle parole.
Ci sono voluti più di 10 anni e un po’ di discussioni con gli interior designer che sta cosa proprio non riuscivano a concepirla “ma poi sarà buio”, “ma non fa un po’ angoscia?”, “ma non vorrai mica chiuderti là dentro?”.
Oh si, eccome.

E infine eccola qui. Una tana in cui tenere il computer fermo senza doverlo trasferire di stanza in stanza quel povero piccolo ufficio errante, nel sacrificio silente di innumerevoli alimentatori da pc.
Finalmente abbiamo trovato una patria amico, dopo che siamo stati spodestati dai due delinquenti.

L’armadio nuovo intorno è solo un dettaglio, diciamo la scusa.
Io sono a posto così.
Per il 2021 mi trovate qui. Pettinata, truccata e con outfit impeccabile.
Si, si può anche definire disagio sociale.
Ma solo madri lavoratrici in smartworking post lockdown e post vacanze di Natale da murati vivi e con la prospettiva di quarantena per tutta la classe in caso di 1 positivo possono davvero capire.
Peace&Love.