Nudismo social

Tutti nudi e trasparenti di fronte all’ennesima emergenza.
Ci mostriamo esattamente per quello che siamo.
Come nelle guerre, nelle situazioni di emergenza o di crisi le persone tirano fuori tutto il meglio o tutto il peggio di quello che hanno.

A seconda di quello che sono, hanno. Chi la rabbia, chi l’ansia, chi la creatività, chi la generosità.
Le persone misere si dimostrano misere. Le persone geniali si dimostrano geniali. Le persone altruiste si dimostrano altruiste. Le persone dannose provocano danni. Le persone forti tirano fuori tutta la forza che hanno in corpo. Le persone fragili crollano ancora più in basso. Le locomotive trainano. I vagoni si lasciano trainare. Gli ostacoli frenano. Le belle persone riempiono di luce, speranza, entusiasmo ogni anfratto. Le persone tossiche intasano l’aria e il web.
Al di là della categoria alla quale ciascuno di noi pensa di appartenere scopriremo chi siamo veramente solo alla fine della tempesta. E potrebbero anche esserci sorprese.

Goduria pura per i comunicatori. Sfogliare il feed di questi giorni come case study di antropologia o come test di psicologia. Che tanto si capisce subito. Tutto.
Dannazione della conoscenza, che ti costringe a capire perfettamente le persone dietro all’uso abile, sciocco, eloquente, falso o impacciato dei social. Che ci mettono a nudo più di quanto pensiamo. Anche quando sui social non ci siamo. O quando ci siamo troppo, mostrando parti di noi che in fondo in fondo ci umiliano.
Perchè il nudismo bisogna poterselo permettere.