E’ una battaglia personale. Da sempre.
Conciliare lavoro e famiglia.
E non un lavoretto di ripiego ma un lavoro con L maiuscola, di quelli che solitamente fanno gli uomini o al massimo le donne senza figli.
E’ una battaglia dura, difficile.
Perchè ogni giorno risali un torrente in piena controcorrente.
Tutto ti spinge a mollare.
Il giudizio che serpeggia come le virgole in ogni frase.
Il senso di colpa che ereditiamo dal passato.
L’essere sempre troppo spesso l’unica donna al tavolo.
Il lavoro che trovi da fare a casa quando finisci il lavoro fuori casa.
Ma io non mollo. E lo faccio anche per tutte quelle che hanno dovuto mollare. Tutto o in parte. Soprattutto in questo periodo.
Magari lasciandosi convincere che in fondo sia meglio così.
L’ho pensato anche io con i bambini neonati tra le braccia.
E l’ho pensato tante volte anche in questi mesi.
Ma no, non può essere così.
Forse sarebbe più comodo. Ma non più giusto.
Nemmeno per loro – me lo ripeto- nemmeno per loro.
E’ dura ma non impossibile.
Resistiamo.