Out of here

Quanto avrei voluto esserci quel 2 giugno 1946.
Con il mio vestito migliore, il rossetto e i tacchi. Si, perché tutti si voltassero a vedere che stavo andando a votare.
A esprimere la mia opinione politica.
A rivendicare uno spazio al di fuori delle mura domestiche.

Ogni volta che vado a votare – e ci vado sempre – penso a quel 2 giugno 1946, il primo suffragio universale in Italia, il primo voto delle donne.
Pazzesco. È solo da 74 anni che in Italia a noi donne viene chiesto di esprimere un’opinione politica!
Quanto poco tempo è passato e quanto lavoro ancora c’è da fare per far uscire le donne dal loro ruolo domestico.

Lo vediamo anche in questa emergenza sulle spalle di chi si sta reggendo il paese.
Anche stavolta le donne fanno la differenza, oberate di lavoro, responsabilità educative con i figli, responsabilità nei confronti dei genitori da tutelare, responsabilità domestiche…

Quel 2 giugno 1946 le donne hanno fatto la differenza.
Ogni volta che una donna vota può fare la differenza.
Ogni volta che una donna lavora può fare la differenza.
Ogni volta che una donna esce di casa può fare la differenza.

Smettiamola di pensare che ci basta avere una casa pulita, i figli educati e la cena pronta per sentirci realizzate. Lo so, siamo state tutte tentate dal fermarci lì. Troppo comodo.

Ora che possiamo di nuovo uscire di casa, usciamo. E facciamo la differenza.